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duto ai comizi per le elezioni dei consoli seguenti, oppure eletto un dict. comit. causa, all' atto della loro partenza.

Ecco un esempio di questo genere, quanto alla guerra di Annibale : Liv. XXX, 39, 4: M. Servilius (552), ne comitiorum causa ad urbem revocaretur, dictatore dicto C. Servilio Gemino, in provinciam est profectus.

E da Liv. XXX, 39, 5, consegne la partenza di questo console non. potersi ascrivere ad un tempo anteriore al dicembre o gennaio rom. (Vedi Cron. lib. I, cap. III, § 22).

Si sono insomma seguiti due modi diversi d'inviare i consoli al campo: o alla prima degɛia cioè poco dopo preso il consolato, all' incirca nel nostro agosto; oppure alla seconda depɛia cioè nella primavera successiva all'anno astr., in cui i consoli prendevano il comando.

Dei consoli del 505, L. Giunio e P. Claudio, è quest' ultimo partito alla prima eqɛía (249); e Giunio alla seconda (prim. 248). Ecco in sostanza ciò che ne dice Polibio. Appena giunto a Lilibeo (Polyb. I. 49, 3), Claudio deliberò di andare improvviso a Trapani colla flotta per assaltare Aderbale; e fu sconfitto (mettiamo verso la metà di settembre). Venuta a Roma notizia della battaglia di Trapani, L. Giunio, il collega di Claudio, allestisce nuove navi, coscrive un nuovo esercito (nell' inverno 249/8); e fatte le elezioni (Polyb. I 52, 5: στρατηγοὺς ὑπάτους καταστήσαντες), parte per la Sicilia.

Quale passo polibiano più chiaro di questo?

Polibio, è vero, nel riportar questa notizia da Fabio, ha, con quel suo παραυτίκα τὸν ἕτερον αὐτῶν ἐξέπεμπον Λεύκιον Ἰούνιον erroneamente scambiato L. Giunio, il console che presiedeva i comizi, per uno dei consoli eletti di nuovo. Ma questa non è che un inezia 1). Il fatto,

1) Avendo Polibio, pel suo racconto della prima guerra punica attinto unicamente da Filino, autore contemporaneao, e da Fabio, il quale ha scritto in un tempo in cui il calendario era ancora spostato, non si trovano nel racconto polibiano di questa guerra veri e propri errori cronologici originati dall' uso di determinazioni secondo il calendario romano fatto in un tempo in cui questo funzionava regolarmente. Una certa eccezione è costituita dal succitato scambio di Giunio per uno dei consoli del 506, derivato dal fatto che quando Polibio ha scritto, non si verificavano più partenze alla seconda 9ɛɛia; ed un altra (scambio quest' ultima dell' anno cons. colla 980ɛia quantità identiche quando scrisse Polibio), da quel tis degeias Eriyevouérne che Polyb. I, 39, 1, riferisce alle partenza di Cn. Cornelio e C. Sempronio (501) mentre in realtà questi consoli sono partiti durante la stessa stagione di guerra al principio della quale erano partiti i consoli precedenti: cioè gli uni alla prima 9ɛoria e gli altri alla seconda (vedi fasc. pag. 22-23).

In sostanza però, insistiamo, le indicazioni di tempo fornite da Polibio quanto al racconto della prima guerra punica, non sono spostate. Veri spostamenti di stagione vi sono invece (naturalmente però non molto numerosi, a causa del carattere condensatissimo delle medesime), nelle nostre fonti secondarie. Non sono p. es. altro che spostamenti il 9povę пage9óvτog riferito da Zon. VIII, 11, al ritorno di Duilio dalla Sicilia; e il dià tòv quora che Zon. VIII, 10, riferisce al ritorno dalla Sicilia di M'. Valerio e M'. Otacilio (quanto, a proposito di questi due passi di ZoKlio, Beiträge zur alten Geschichte X 1. 3

nella sua sostanza, sta in ciò che Polibio ha, insistiamo, raccontato la partenza di uno dei consoli alla prima degɛía, e dell' altro alla seconda, dopo fatte le elezioni. Chi vuole tener ferma la vecchia cronologia non può riescire a comprendere quanto in Polyb. I, 52, 2-8. Così fa il Luterbacher pag. 418.

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Veniamo ad esaminare altre partenze di consoli alla seconda Jɛoɛía. Incominciamo da quella di M. Emilio e Ser. Fulvio (499).

Questi consoli sono partiti, col compito di andare in Africa a liberare gli avanzi dell' esercito di Regolo, al principio di una buona stagione (Polyb. I, 36, 10: dozouέvns 175 degɛias). Ove si voglia ritenere ἀρχομένης τῆς θερείας). che si tratti non di quella del 254, ma di quella del 255, bisogna porre la sconfitta di Regolo nel corso dell' inverno 256/5. Così hanno finora fatto tutti coloro che, mentre si occupavano di questa questione, avevano presente anche il problema della funzione del calendario romano.

Invece Luterbacher (pag. 410) ha riconosciuto doversi la sconfitta di Regolo assegnare a verso l'agosto del 255.

M. Atilio e L. Manlio (498) entrarono, secondo me, in carica verso il principio del luglio giul. 256 (vedi Cron. pag. 102: 1 marzo 498 = 9 maggio 256); sono partiti da Roma verso i primi di agosto di quest' anno; e verso la fine di agosto hanno vinto quella battaglia che ha aperto loro il passo all' Africa, in cui sono sbarcati verso la metà di settembre. Poco dopo presa Clupea, hanno inviato ambasciatori a Roma per chiedere al Senato istruzioni sul da farsi; ed avendo questo risposto che Regolo dovesse rimanere in Africa e Manlio ritornare a Roma, zeu@ros dè èлγενομένου Μάλλιος μὲν εἰς Ρώμην σὺν τῇ λείᾳ ἀπέπλευσε (Zonar. VIII, 13). Regolo, rimasto da solo in Africa, per tutto l'inverno se ne stette ai quartieri a Clupea. Intanto i Cartaginesi si prepararono alla guerra per la prossima primavera; crearono duci Asdrubale e Bostare e richiamarono Amilcare dalla Sicilia.

La vittoria di Regolo presso Adi è avvenuta al principio della buona stagione del 255.

Terminato l'annus gli venne ob bene gestas res prorogato l'imperium (Liv. Per. 18; Val. Max. IV, 4, 6; Dion. 43, 20; Front. IV, 3, 3).

Non è affatto vero, come vorrebbe Luterbacher (pag. 410) che secondo Polibio Regolo sia stato fatto prigioniero prima della fine del suo

nara, ho detto nel fasc. pag. 12, è assurdo; non aveva in quel tempo ancora veduto chiaro, riguardo agli spostamenti). Nè mancano anche le giuste determinazioni: tale è lőpa zuiuetog di App. lib. 3. riferito al tempo della sconfitta di Regolo; così il dià tòv qoòre di Zon. VIII, 10, quanto al ritorno di L. Postumio e Q. Emilio dopo presa Agrigento (sette mesi a partire dal tempo della mietitura, secondo Polyb. I, 18,6; 19, 6); così pure il quōros ¿ayerouérov riferito da Zon. VIII, 13. al ritorno di Manlio dall' Africa.

anno di carica. Polibio tralascia soltanto di accennare alla proroga dell'imperium, pel semplicissimo motivo che per la guerra d'Africa ha seguito non un annalista, cioè Fabio, ma Filino.

La sconfitta di Regolo à avvenuta nel cons. 499 e nel cuore dell'estate (App. Lib. 3: &ọa zavuaros; Liv. XXVIII, 43, 17; Negat (Q. Fabius) aditum esse in Africam...., M. Atilium captum in Africa commemorat, tamquam M. Atilius primo accessu ad Africam offenderit, neque recordatur illi ipsi tam infelici imperatori patuisse tamen portus Africae et res egregias primo anno gessisse). Da ciò consegue che la flotta liberatrice dell' esercito di Regolo, comandata dai consoli del 499 M. Emilio e Ser Fulvio, è venuta in Africa 175 degɛías dozouέrns non del 255, ma del 254.

Questo è comprovato dal trionfo di M. Emilio e Ser Fulvio pro-coss. XIII e XII K. Febr., cioè nientemeno che verso la fine dell' anno cons. seguente a quello in cui sono entrati in carica.

E, notisi, se i medesimi fossero partiti appena preso il consolato, non vi sarebbe stato nessun console a Roma a presiedere ai comizi per le elezioni dei consoli seguenti e si sarebbe nominato un dict. com. hab. caussa. Ma questo nei fasti consolari non figura.

Che poi Γαρχομένης τῆς θερείας di Polyb. I, 36, 10, non si possa in alcun modo rigettare, risulta dal fatto che il naufragio di M. Emilio e Ser. Fulvio, avvenuto subito dopo il loro ritorno in Sicilia, si deve ascrivere al luglio giul. (Polyb. 1, 37, 4: μεταξὺ γὰρ ἐποιοῦντο τὸν πλοῦν τῆς Ωρίωνος καὶ Κυνὸς ἐπιτολῆς).

Dunque i consoli del 499 sono partiti nella prim. del 254. Ritenendo questo, si deve naturalmente ammettere lo spostamento regressivo del calendario romano.

Ma Luterbacher non vuol fare ciò. Così, dopo avere assegnato la sconfitta di Regolo all' agosto del 255, vuol sostenere che M. Emilio e Ser. Fulvio siano venuti in Africa in questo stesso anno.

Ed ecco in base a quali argomentazioni:

1o. Perchè Polyb. I, 36, 5, dice che i Romani, venuta notizia della sconfitta di Regolo, hanno immediatamente (idios) deliberato che si dovesse allestire la flotta ed inviarla a liberare gli avanzi dell' esercito d'Africa. assediati a Clupea.

Ma se (cosa questa riconosciuta anche da Luterbacher), la disfatta di Regolo è avvenuta nell' agosto la notizia della medesima non può essere giunta a Roma prima del settembre; nè la flotta poteva essere equipaggiata in pochi giorni. Devono dunque M. Emilio e Ser. Fulvio essere partiti nella primavera seguente.

2o. Perchè, se i consoli non fossero venuti subito in Africa, gli assediati di Clupea non avrebbero potuto resistere ai Cartaginesi.

Questa considerazione è in contrasto con Polyb. I, 36, 7. I Carta

3*

ginesi hanno posto l'assedio a Clupea, si sono con ogni potere sforzati di ottenerla; finalmente disperati di poter riuscire nel loro intento, hanno abbandonato l'assedio (Διὰ δὲ τὴν γενναιότητα καὶ τόλμαν τῶν ἀνδρῶν, οὐδαμῶς ἑλεῖν δυνάμενοι, τέλος ἀπέστησαν τῆς πολιορκίας).

Devonsi naturalmente a queste operazioni assegnare parecchi mesi. Venne intanto la nuova che i Romani apparecchiavano la flotta per mandarla di nuovo in Africa. Da questa notizia mossi i Cartaginesi attesero ad allestire la vecchia flotta, a costruire nuove navi. Quando l'armata romana di dirigeva alla volta dell' Africa, la flotta cartaginese era già pronta, le nuove navi già costruite.

3o. Contro il fatto che, avendo M. Emilio e Ser. Fulvio trionfato pro-coss. XIII e XII K. Febr., e non essendosi fatto il dict. com. hab. caussa, devono i medesimi aver fatto le elezioni prima della loro partenza, la quale quindi si deve ascrivere alla seconda metà del loro anno di carica, risponde che uno dei consoli, verso la fine dell' annus avrà lasciato la Sicilia per andare a far le elezioni, oppure si saranno fatti i nuovi consoli con un interrex.

A quest' ultima ipotesi non credo necessario rispondere. Quanto poi alla prima ipotesi, faccio osservare che il fatto che M. Emilio e Ser. Fulvio hanno trionfato nello stesso tempo indica chiaramente che questi sono ritornati nel medesimo tempo a Roma. Nè si può ritenere che, verso il termine dell' annus, uno dei consoli sia ritornato a Roma per le elezioni, e poi sia di nuovo venuto in Sicilia.

4°. — Quanto al succitato μεταξὺ γὰρ ἐποιοῦντο τὸν πλοῦν τῆς Ωρίωνος· καὶ Κυνὸς ἐπιτολῆς riferito al tempo del naufragio di Camarina, Luterbacher dice che non si deve trattare di luglio, ma di gennaio.

Però (bisogna pur riconoscerlo a sua lode), anche Luterbacher sembra non creda troppo a questa ipotesi, poichè aggiunge che non volendo ammettersi ciò si può benissimo porre la sconfitta di Regolo nel maggio. E questo, notisi, dopo che lui stesso ha dovuto riconoscere che la disfatta. di Regolo si deve assegnare all' agosto.

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5. Anche ponendo la sconfitta di Regolo nel maggio 255, non si può ugualmente ritenere che i nuovi consoli siano andati in Africa ἀρχομένης τῆς θερείας di questo stesso anno. Cosi Luterbacher dice che tale passo di Polibio non ha alcun valore

Che devo mai rispondere contro argomentazioni di questo genere? Evidentemente per Luterbacher non hanno valore le fonti, ma soltanto le sue opinioni sul Calendario Romano.

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Esaminiamo altre partenze di consoli avvenute indubbiamente alla seconda θερεία.

I Romani, perduta la loro flotta presso Camarina, come abbiamo ve

duto nel luglio del 254, fecero costruire un' altra flotta; e l'inviarono in Sicilia, coi consoli del 500 A. Atilio e Cn. Cornelio.

Fabio in Polyb. I, 38, 6, ha detto che la nuova flotta è stata costruita in tre mesi; ciò, ed è tutto dire, allo stesso Polibio è sembrato quasi da non credersi (ὅπερ οὐδὲ πιστεῦσαι ράδιον); in realtà la cosa è del tutto impossibile; si devono alla ricostruzione della flotta assegnare almeno sette od otto mesi.

Sono dunque anche A. Atilio e Cn. Cornelio partiti alla seconda 9ɛQɛia (prim. 253).

Passiamo al primo anno della guerra. Il punto di partenza più importante, per determinarne la cronologia, viene dato da Polyb. I, 41, 3, secondo cui l'assedio di Lilibeo ha incominciato nell' anno quattordicesimo. E ciò, mentre erano consoli C. Atilio e L. Manlio (504), i quali sono in ogni caso venuti in Sicilia e tarda estate del 250, essendo la battaglia di Palermo, la quale precede la partenza dei consoli da Roma (Polyb. I, 41, 1-3), avvenuta, come abbiamo veduto, durante il tempo della mietitura di quest' anno.

Sorge la questione se questo calcolo è stato preso da Fabio oppure da Filino. Col cap. 42 $ 8, incomincia senza dubbio una lunga serie di excerpti di Filino, la quale, eccettuatine soltanto due brevissimi, cioè quanto al 42, 2-8, ed al 45, 3-10, ed una piccolissima contaminazione al 48, 5, continua fino alla ricostruzione della flotta romana, che precedette la battaglia delle Egadi, cioè fino al 48, 9. Col 41,3 poi termina un excerpto indubbiamente di Fabio.

Da quale dunque dei due succitati autori proviene l'eros 180σagεTκαιδέκατον di Polibio 2

Da Fabio no certamente, poichè lo storico romano, contando gli anni della guerra a seconda dei consolati avrebbe detto che era il quindicesimo anno. Deve quindi questo calcolo essere di Filino, il quale ha senza dubbio contato gli anni della guerra partendo dalle primavere.

Facendo, in base all' 105 Tεooageozaidézator, il calcolo all' indietro vediamo che la guerra fu incominciata bensì dal console Ap. Claudio (490), ma nell' anno a. C. 263.

Il Luterbacher (pag. 417), rievocando un opinione già sostenuta dal Seipt ed ultimamente dal Reuss, sostiene, per giustificare tale calcolo di Polibio, che questi abbia contato il 501 come il dodicesimo anno, che perciò il 502 dovrebbe essere il tredicesimo; ma che Polibio, avendo tralasciato la coppia consolare del 502, abbia contato il 503 pel tredicesimo. anno e il 504 pel quattordicesimo.

Rispondiamo. Anche ammesso che il calcolo di Polibio emani direttamente da lui, questo non può essere ugualmente basato che su due punti fissi, cioè sul principio della guerra e sul tempo in cui è incominciato l'assedio di Lilibeo; nè l'omissione (per quale motivo vedi fasc. pag. 21)

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