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al mondo. Quello che mi premeva si era che non si stampasse in Roveredo; prima, per la stima ch'io fo grandissima di codesta città, anche al di sopra di Napoli, e poi perchè quel pedante del Tartarotti costi facendola stampare, avrebbe voluto dire in Rovereto, non in Roveredo, come va scritto, e come V. S. Ill.ma insieme con quell'altro suo dottissimo Collega, ha sostenuto che debba scriversi, guadagnando con ciò il titolo di gloriosissimi difensori del D, che è d'un grado ancora più avanti del C1). O concordi, ó costanti, o cospicui amici e compagni fedelissimi, quanto mai è tenuta ad ambedue codesta Patria, quale senza la loro assistenza correva rischio di perdere il suo caro D, e conseguentemente allontanarsi dal C, a cui è stata sempre cosi unita. È verissimo che loro Signori non sapevano punto che Scrittura si fosse quella là, nè che ragione avesse il Tartarotti di stenderla. È verissimo che esso Tartarotti è loro concittadino, nè mai ch'io sappia gli ha offesi, laddove me neppur di vista conoscono; ma pure con tutto questo ottimamente hanno fatto essi, impegnandosi subito meco, che non si sarebbe stampata in Roveredo; prima, perchè già è noto, che sempre, ed in qualunque materia, io ho ragione, e poi perchè favorendo essi la mia persona, col solo nominarli io in qualche mia opera (come a suo tempo e luogo farò) posso renderli immortali: dove, per l'opposto, dal Tartarotti che cosa mai potevano essi sperare? Pulchre, adunque, bene, recte. Lascino pure cinguettare a lor talento gli allocchi, che l'impresa è stata eroica, nè io fino che campi mi dimenticherò giammai d'un favore cosi segnalato. Ma quale grazie renderò io al terzo sostegno della mia causa, cioè al compitissimo Sig. Podestà, a cui le medesime obbligazioni professo, se non anche maggiori? Con particolare sentimento di dolore ho inteso io, che nel fatto dello Stoffella e del Co: Majerle, anche qui notissimo, non gli sia riuscito di far nascere un criminale nel Palazzo pubblico, perchè di non poco vantaggio sarebbe a lui stato. Pazienza! Quel tanto che non gli è succeduto una volta, speriamo in Dio che gli succederà un'altra. Intanto lo racconsolino da mia parte, e gli dicano, che si hanno nuove da Napoli, come in breve sia per nascere, o anzi sia forse nato il Messia. Di novità letterarie altro non abbiamo qui, se non che si è fatta una nuova edizione del Naspo Bizzurro, e di tutte le opere del Medico Grillo, con un commentario del Gonnella da Ferrara. Se o dell'uno o dell'altro posso servire V. S. Ill.ma o il suo collega, a lei eguale in dottrina, eglino mi debbono comandare con tutta la libertà, mentre non ho la maggior ambizione quanto quella d'adoprarmi a loro favore, si perchè così richiede il merito loro, come ancora per poter io godere con minor rossore i favori che dalla loro gentilezza ho ricevuti. Con che, rassegnando a V. S. Ill.ma tutta la mia servitù, e prontissimo offerendomi a' suoi comandi, sinceramente mi dichiaro, ecc. ecc.

Scipione Maffei.

1) È nota la questione sostenuta dal Tartarotti contro i Provveditori di Rovereto sul modo di scrivere il nome di questa città.

Cosi, dopo due anni di viaggi e di tentativi, la lettera del Fontanini risuscitato comparve a Napoli dal Moscheni nel 1743. I nemici del Maffei n'ebbero piacere; taluno diceva celiando non avere il Fontanini mai scritto tanto bene in vita, ed il Lami credette che l'autore fosse fiorentino. Il Maffei inghiotti la pillola; infine c'era avvezzo; gliene scrivevano contro tanta della roba!

G. PAPALEONI.

CARLO PERINI

Commemorazione.

Tre anni or sono, trovandomi a Trento, mi recai a visitare il dott. Carlo Perini, che io conosceva soltanto per fama. Là, nel suo studiolo, dal quale, ammalato, egli non usciva da parecchi anni, quel vecchio venerando mi accolse con la gentilezza che è propria dell'uomo dotto e modesto. Ritornai a Trento al principio di quest'anno, ed avrei desiderato di rivederlo ; ma egli era morto da pochi giorni (28 dicembre 1883).

Carlo Perini nacque in Trento il 6 febbraio 1817 da famiglia borghese. Il padre era speditore di merci, ma i figli Carlo e Agostino non seguirono la carriera paterna. I due giovani, forniti di mente eletta, si diedero invece con tutto l'animo agli studi, giovandosi della discreta agiatezza di cui godeva la famiglia. Carlo nel ginnasio riuscì buon latinista; quindi frequentò le scuole di medicina a Padova e a Pavia, dove ottenne la laurea. S'infervorò poi nello studio delle scienze naturali, coltivando in particolar modo la botanica. Ma la salute sua era debole: gracile, mal fermo e sordastro, non potè avviarsi alla professione dell'insegnamento, cui avrebbe aspirato. Ridotto perciò suo malgrado alla quiete degli studi privati, egli seppe con la forza della volontà supplire in gran parte a ciò che la natura gli avea negato. Spinto dall'amore per la scienza, sali le vette dei suoi cari monti natii, in cerca di piante e di ruderi antichi.

Poichè due furono le sue discipline predilette: la botanica e la storia. E in questi studi non si divise mai dal fratello Agostino, col quale visse così come un'anima sola li ispirasse ambedue. Nel '34, col nome di Agostino, usci un'opera magistrale e ben nota anche fuori di Trento, voglio dire la descrizione minuziosa, esattissima, dei castelli del Trentino 1). Vi si contiene la storia di tutte le più potenti famiglie che durante il medio evo spadroneggia

1) I castelli del Tirolo (3 voll.), Trento, Pirotta, 1834.

rono in quella bella regione, e incoronarono di pittoreschi castelli tutte le balze de' suoi monti. Per questo lavoro, Agostino, aiutato da Carlo, fece uso larghissimo di fonti manoscritte, e in ispecie dei documenti dell'Archivio vescovile di Trento. E avessero tutte le regioni nostre una descrizione cosi precisa e coscienziosa!

Nel '48, anche Carlo Perini abbandonò la scienza per la politica. Sperando vivamente nella rivendicazione nazionale del suo paese, scrisse nei giornali sopra quanto poteva interessare in un momento in cui si domandavano non chiacchiere vane, ma parole calde e assennate. Ben presto però i tempi mutati lo fecero ritornare di nuovo alle sue vecchie abitudini. Nel '52 Agostino pubblicò col titolo di Statistica una corografia del Trentino e una storia di Trento, sommaria per l'età più remota, ma assai diffusa per gli anni 1848-49. Anche a questo lavoro collaborò Carlo; il quale di lì ad alcuni anni diede fuori col proprio nome la Storia e descrizione di Trento e del suo territorio, che fu inserita nella Grande illustrazione del Lombardo-Veneto. Quivi se naturalmente è abbreviata la parte che riguarda gli ultimi anni, è allargata di molto quella che contiene la storia meno recente. Quest'opera comprende la storia politica, la letteraria e l'ecclesiastica: l'età romana e le prime origini cristiane nel Trentino sono tra gli argomenti discussi con maggiore cura. Ed è un libro scritto con chiarezza, che giova assai bene a metterci dentro nelle lunghe e sanguinose vicende che travagliarono il Trentino per tutta l'età di mezzo.

Nel '52, col nome di Carlo (ma vi collaborò anche il fratello), fu pubblicata una versione della storia universale di Levi Alvares, dove il Perini non fece soltanto l'ufficio del traduttore, chè egli arricchi il testo con larghe aggiunte di notizie risguardanti la storia d'Italia 1). Per la parte romana egli dice di aver consultato « uno dei nostri più grandi concittadini, Giambattista Garzetti »; e l'elogio qui tributato a questo illustre scrittore trentino io lo ripeto oggi assai volentieri, poichè molto eletta e profonda, sebbene in generale non equamente stimata, è la dottrina che il Garzetti ebbe nella storia romana.

Gli ultimi libri testè ricordati furono impressi nella tipografia istituita dai fratelli Perini, nella quale essi impiegarono tutto il loro avere. Ma di rado gli scienziati sono anche buoni editori; così accadde pure ai due valentuomini, cui fortuna non arrise nella tentata impresa. Tuttavia prima di chiudere lo stabilimento essi poterono provare la compiacenza di aver stampato parecchi libri utili agli studi ed al proprio paese.

Nel 1859 Carlo pubblicò una guida di Trento, breve ma assai ben fatta. Quella gentile città abbonda di monumenti che ricordano tutte o quasi tutte le epoche più salienti della sua storia. Alcune pietre sepolcrali additano l'età romana; la Tor Vanga, annerita dal tempo, ci richiama alle feroci e incessanti battaglie del medio evo, mentre nella severa architettura della cattedrale si rispecchia un altro aspetto di quella età, quello delle arti e della preghiera. Il

1) Compendio di storia generale esposto da LEVI ALVARES dietro un metodo affatto nuovo: opera adatta ad agevolare l'insegnamento e lo studio de' più grandi avvenimenti dalla creazione del mondo fino a' giorni nostri, Trento, tip. Perini, 1852.

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castello del Buon Consiglio oggi è purtroppo ridotto a caserma; tuttavia parecchie delle sue ampie sale conservano tuttora dell'antico splendore tanto che basta a farci pensare ai tesori che il vescovo Bernardo Clesio qui profuse negli affreschi, negli stucchi, negl'intagli e nelle dorature. Santa Maria Maggiore, altra opera del rinascimento, vide fra le sue pareti raccolto il celebre Concilio. Il Perini che conosceva, e a fondo, ne' suoi più minuti particolari, ogni cosa della sua Trento, aveva anche il merito di saper dare a tutto il suo giusto valore. Infatti, quasi timoroso di sè, egli incomincia così la sua Guida : .. « Nel compilare questo ricordo che lascio ai passeggieri che si compiaceranno di visitare la mia patria, mi sono proposto d'informarli del bello e del buono che abbiamo, senza illuderli, allêttato di soverchio dall'affetto del luogo nativo». E con parole così giuste e modeste proemiava ad un lavoro storico ch'è fra i più succosi pubblicati col nome di lui.

In occasione del centenario del Concilio (1863) ne pubblicò una cronaca riassuntiva, traendo vantaggio da fonti manoscritte locali, e giovandosi in ispecial modo del celebre diario del Massarello, allora in mano di persona privata 1). Nell'anno stesso diede fuori i suoi Cenni storici statistici e biografici relativi al Trentino.

Il Perini scrisse anche di cose letterarie. Stampò nel 1857 una novella intitolata I figli del popolo. Durante gli ultimi anni, quando la malattia gli vietava gli studi di erudizione, chiese di nuovo conforto all'arte, e dettò un romanzo storico col titolo I castellani del Trentino nel secolo decimoquarto (Rovereto, 1879), dove si studiò di far rivivere quei caratteri coi quali egli si era incontrato tante volte nelle antiche memorie della sua patria.

Come scienziato e naturalista, pubblicò nel '43 un Breve prospetto di topografia patologica del Trentino (Padova, 1843). L'opera principale cui in tale argomento diede mano, è una Flora, a raccogliere la quale lo aiutò anche il fratello Agostino. Porta per titolo Flora dell'Italia settentrionale rappresentata colla fisiotipia dai fratelli dr. C. e A. Perini (Trento, tip. Perini). Doveva quindi contenere la Flora dell'Alta Italia, ma specialmente quella del Trentino, e avrebbe dovuto risultare di 3000 tavole, delle quali non s'impressero che sole 412. Fu sospesa l'edizione nell'aprile 1871, allorchè i due fratelli chiusero la loro tipografia. Le piante sono rappresentaté con un metodo speciale, inventato dagli editori. Nè io, profano a questi studi, posso portarne giudizio. Bensi mi piace riferire in proposito una lettera scritta al dott. Carlo nel 1870 e firmata da un nostro distinto scienziato.

MINISTERO
DELLA

ISTRUZIONE PUBBLICA

Firenze, 12 luglio 1870.

Il Ministro sottoscritto dà atto alla S. V. della sua memoria e della cassetta contenente molti e belli esemplari di fisiotipia vegetale; frutto de' suoi studi e della sua costanza.

Egli ha letto con vero interesse quanto la S. V. con lodevole pertinacia ha operato in pro della scienza.

1) Il Concilio di Trento, riassunto storico. Trento, Vinc. Nani ed., 1863.

Archivio storico per Trieste, l'Istria e il Trentino

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C. CIPOLLA

COMMEMORAZIONE DI C. PERINI

I risultati che la S. V. ha ottenuto dalla fisiotipia ed i bei saggi che ne ha qui mandato saranno mostrati a persone competenti allo scopo di favorire ed estendere l'applicazione del metodo della S. V.

Il sottoscritto frattanto, a mostrarle il suo particolare interesse, la invita a dichiarargli il prezzo d'un esemplare completo delle sue fisiotipie, che ha in animo di regalare all'Istituto Forestale di Vallombrosa.

Ed accetti le sue congratulazioni e ringraziamenti.

All' Egregio Sig. Dottore Perini Carlo

presso la Direzione del giornale Il Trentino

Trento.

p. Il Ministro

G. CANTONI.

Moltissimi articoli di giornale e brevi lavori ci lasciò ancora il Perini: insieme col fratello egli fondò nel 1852 il giornale l'Ape, e scrisse in tutti i periodici del paese. Rimangono inedite le sue Memorie, che si dicono assai importanti per la storia di Trento in questo secolo.

CARLO CIPOLLA.

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