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Molto probabilmente il nostro disco conoide era l'appendice di una qualche grande collana di bronzo; di fatto una di queste, trovata nel comitato ungherese di Lipto, ed esposta alla mostra preistorica di Buda-Pest nel 1876 '), presentava, come il nostro esemplare, gli stessi fregi a zig-zag lungo la spira; però avea i due dischi spiraliformi di diametro assai più piccolo. Che se invece si voglia più che altro tener conto della grandezza del disco, si potrebbe compararlo ad un'armilla dell' Austria inferiore illustrata dal Sacken 2), la quale termina in due coni spiraliformi, l'uno più piccolo, l'altro parecchie volte maggiore. In ogni caso, a qualunque di queste forme possa appartenere il nostro disco, esso sarebbe per l'Italia, se pur fu trovato veramente nel Trentino (di che dubito assai forte), un esemplare nuovo e

unico.

Falcetti e roncole. Che il popolo dell'età del bronzo conoscesse già molto bene i lavori agricoli, oltre che dallo studio degli avanzi vegetali venuti in luce dalle stazioni di quell'età, si può ricavare dagli stromenti di uso campestre, da taluno dei quali sono derivati in linea diretta molti tipi di utensili, che oggi ancora si tro

vano in uso.

Due di tali strumenti di forma diversa, cioè un falcetto ed una roncola, presento qui disegnati; e altri ne ricorderò trovati nel Trentino. L'uno (tav. II, 1), largo in media 35 mm., con la corda sottesa dall' arco che egli descrive lunga cm. 22, è proprietà del Museo di Trento e proviene dal Monte Bondone, dove, come ho già detto, si è trovata anche qualche selce lavorata. Chi potesse provare che fu tratto dalla torbiera colà esistente, avrebbe un indizio di più della probabile esistenza di abitazioni lacustri in quel luogo; mancano però dati speciali sul rinvenimento. Questa forma di falcetto è diffusissima per tutta l'Europa centrale con leggiere varianti durante l'età del bronzo, ed anche nel periodo di transizione dal bronzo al ferro. La troviamo di fatto nell' Ungheria e

1) Catalogue de l'exposition préhistorique des Musées de province et des collections particulières de la Hongrie, Buda-Pest, 1876, p. 146, fig. 165 e 166.

2) SACKEN, Ueber Ansiedlungen und Funde aus heidnischer Zeit in Niederoesterreich, Vienna, 1873, tav. III, 60.

nella Slavonia '), nella Boemia e in Polonia 2), in tutte le palafitte della Svizzera 3), in Savoia, e nella Francia occidentale *). In Italia s'incontrò nella terramara di Campeggine '), a Peschiera 6) e altrove ancora 7).

L'altra falce (tav. II, 2) meglio ancora della prima può considerarsi come il prototipo di una delle nostre roncole tuttodi in voga; l'esemplare figurato, lungo 25 cm., con solcature longitudinali nella lama e nel manico, con piccoli fregi sulla schiena, ed uno speroncino in capo alla immanicatura, appartiene al Museo di Rovereto e fu trovato in quel di Pergine in luogo detto Brazam Casteller. Un'altra, simile in tutto, ma con due forellini nel manico, per fissarvi con borchie listelli d'osso o di legno, fu trovata a Brentonico, appartenne allo Stoffella, ed ora è al Ferdinandeo di Innsbruck; una terza, proveniente dai ruderi di Castel S. Giorgio presso Chizzola, è al museo di Trento. Mi pare appartengano al tipo di transizione dal periodo del bronzo a quello del ferro, anzi più proprio di questa che di quella età.

A completare questo catalogo di bronzi non si devono dimenticare i coltelli. Ho già parlato per incidenza (pag. 170) di quelle brevi lame lanceolate e a doppio taglio, che si denominano pure pugnaletti. Ora presento una forma che si può dire quasi intermedia fra le lame diritte e le arcuate; è il coltello figurato nella tav. I al no 10, lungo 19 cm., con una rilevatura piatta lungo la lama; fu trovato a Denno nella Valle di Non e lo possedeva già lo Stoffella; ora è al Ferdinandeo d'Innsbruck. Anche questo tipo. è assai diffuso nel periodo del bronzo, ma assai più nelle palafitte

1) HAMPEL, Antiquités préhistoriques de la Hongrie, II, 17, n. 46; Liubich, Popis predmeta iz predhistoričke Dote u nar rem Muzejn u Zagrebu, Zagabria, 1876, tav. III, 6.

2) Památky, 1879, tav. XII; SADOWSKI, Drogi Standiowe Gultie i Kzymskie, Cracovia, 1876, tav. III, 7-19.

3) KELLER, Die Pfahlbauten, III Bericht, tav. V, 30; Résultat des recherches, tav. XII, 11; e altrove.

4) CHANTRE, L'âge du bronze dans le bassin du Rhône, II, p. 125.

5) GASTALDI, Nuovi cenni ecc., tav. IV, 17.

6) DE STEFANI, Sopra gli scavi della palafitta di Peschiera, Verona, 1884, tav. I, 8.

7) KELLER, Die Pfahlbauten, V Ber., tav. II, 6-7.

e nelle terremare. Di fatto lo si incontra nelle palafitte della Croazia ') ed in quelle di Zurigo 2); identico poi al nostro si ha nelle terremare reggiane 3) e modenesi'); si presenta anche nelle stazioni palustri e lacustri di Mercurago e Peschiera '). Nè questo è l'unico di tali coltelli-pugnali trovati nel Trentino; ne conosco uno eguale del Museo imperiale di Berlino, proveniente da Bolzano), e un altro di Cles, che fu edito dall'Orgler 7).

Segue un'altra serie di coltelli, che rappresentano una forma, la quale sta, si può dire, a cavaliere fra l'età del bronzo e quella del ferro, e continua anzi per un certo tratto nella seconda. Però non è facile determinare con precisione l'età di tali oggetti, sebbene ve ne abbia pure un gruppo che appartiene indubbiamente alla prima età del ferro, gruppo che si riconosce agli ornati a bulino, alla ricca decorazione geometrica e alle figure animali. Di codeste lame trentine larghe, arcuate e ad un solo taglio, e parecchio diverse dalle susseguenti, una è disegnata alla tav. I, no 11, e insieme ad essa descrivo le altre che mi sono note e che offrono maggiori elementi di antichità. L'esemplare già ricordato, figurato a metà del vero, fu trovato presso Torbole insieme con le due lame a foglia di lauro; ora è al Museo di Rovereto. Un altro coltello simile (n.o 2), con manico munito di forellini, lungo cm. 30, fu trovato al colle dei Sacrifizi nella Valle di Non (Mus. Rovereto). Un altro (n.o 3), piccolo, in parte tronco, ed aguzzato recentemente, con immanicatura a codolo con borchia, lungo cm. 14, fu trovato in un fondo torboso presso Sarnonico in Val di Non (Mus. Rovereto). Un altro (n.° 4), piccolo, rotto nel manico e nella punta, lungo cm. 8, molto contorto già anticamente, porta impressi nella parte più bassa della schiena otto punti disposti in due parallele,

1) LIUBICH, op. cit., tav. II, 16.

2) KELLER, Die Pfahlbauten, VIII Bericht, 1879, tav. II, 32.

3) GASTALDI, Nuovi cenni sugli oggetti di alta antichità trovati nelle torbiere e nelle marniere dell'Italia, Torino, 1862, tav. II, 7.

4) CRESPELLANI, Marne modenesi, X, 162.

5) KELLER, op. cit., IV Bericht, tav. II; GASTALDI, op. cit., tav. V; e schizzi favoritimi dal prof. Pigorini.

6) BASTIAN e Voss, op. cit., tav. XI, 28.

7) ORGLER, Archaeol. Notiz, aus Süd-Tirol, Bolzano, 1866, fig. 48 della tavola.

ed altri, ma appena sensibili, nei fianchi. Fu rinvenuto a Serravalle; ora è nel Museo di Rovereto. Un altro (n.o 5) è di Breguzzo, e fu già edito dall'Ambrosi nel Bullettino di Paletnologia Italiana (II, tav. vпI, 11). Un sesto, spuntato e rotto nel manico, fu raccolto fra Tragno e Crosano, presso la chiesa di s. Antonio; ed un settimo con bei fregi a fusione disposti lungo la schiena proviene da Brentonico. Questi due ultimi sono ora al museo di Trento.

Ascie e Paalstab. Chiudo la rassegna de' più arcaici bronzi trentini che appartengono probabilmente alla età ènea, occupandomi di questa categoria di stromenti. Diffusi largamente in Europa, li possiamo seguire nel lento ma continuato progresso dai tempi più remoti fino a noi, e studiare nella lunga catena che congiunge l'accetta di pietra levigata all'ascia moderna tutti gli sviluppi e le modificazioni di forma e di materia di uno stesso tipo. Le molte migliaia di ascie e paalstab in bronzo che si conoscono oggi, appartengono a tre differenti età: a quella del bronzo, alla prima del ferro ed ai primi tempi storici. Assegnare sicuramente all'uno o all'altro di codesti periodi talune forme mediane o di transizione non è certo facile; pur tuttavia conoscendo i tipi estremi della scala, cioè l'ascia piatta, il coltello-ascia e l'ascia ad alette rudimentali da una parte, dall'altra l'ascia a doglio, ci è dato distinguere con qualche certezza le forme arcaiche dell'età del bronzo dalle più

recenti.

I paalstab trentini di bronzo che io conosco sono abbastanza copiosi, poichè passano il numero di 35, dei quali però meno di una metà si può riferire alle forme più antiche '). Questi soltanto prendo in considerazione, e li distribuisco tipologicamente e cronolo

1) LO STOFFELLA (op. cit., p. 374) ne vide molti, e molto antichi gli giudicò egli pure: «Voglionsi dunque ascrivere a molto remota età queste armi (di bronzo), tra le quali assai più delle altre frequenti si mostrano certi arnesi che finiscono da una estremità come una piccola accetta, e dall'altra si allungano con due labbra per parte, che formano quinci e quindi un doppio canale in cui sembra che dovesse essere fermata l'asta, o il legno che portava quell'arma. E per difficultarne vie più il modo di svellerla, v' ha un buco per far passare un forte chiovo. Di questi arnesi diversi n'ebbi io, ed altri ne vidi - altrove, tutti di bronzo bellissimo ».

gicamente intorno ai cinque tipi disegnati, osservando che a tale ordinamento non si vuol dare però un valore assoluto, perchè le stesse forme più antiche potevano in qualche raro caso durare in uso anche dopo lo svilupparsi di altre più perfette.

I, 1-4. Una bellissima ascia piatta trentina è disegnata a metà del vero nella tav. I, 1. Fu trovata a Campei ed ora è al Ferdinandeo d'Innsbruck; lunga cm. 18, limata sul taglio, con insensibili alette marginali, che nel massimo loro sviluppo raggiungono appena i 3 mm. È il tipo più arcaico trentino che io conosca. Un coltello-ascia identico al precedente, lungo 165 mm., ma coi margini un po' più alzati, è pure al Ferdinandeo e proviene da Isera. Un coltello-ascia con alette appena segnate, lungo 135 mm., trovato a Dambel nella Valle di Non si vede ora nella collezione Thunn di Trento. Ultima, un'ascia, che nel suo tipo s'avvicina molto al paalstab ad alette, lunga mm. 165, è posseduta dal Museo di Trento e proviene da Varrone nella Valle del Sarca. Tutti gli esemplari di questo primo tipo ora enumerati trovano i loro eguali nelle palafitte elvetiche dei laghi di Meilen ed Ueberling '), in quelle di Bourget in Savoia 2), nella torbiera di Trana nel Torinese 3) e nelle terremare emiliane 4).

II, 5. Ascia (tav. I, 2) con alette mediane alquanto sviluppate; fu dello Stoffella che la ebbe da Sotto Castello (?). È lunga cm. 21, e rappresenta una forma di transizione dall'ascia piatta al vero paalstab che comincia col tipo seguente.

III, 6-8. Tale è di fatto quello che presento nella tav. I, al n.o 3, con lama trapezoidale, alette ripiegate a calcio, lungo cm. 15. Lo Stoffella lo ebbe da Terragnolo; ora al Ferdinandeo. Un altro, di provenienza incerta, lungo cm. 14, è al Museo di Trento; un terzo (Museo di Rovereto), identico, lungo cm. 13, fu rinvenuto a Castellaro sul colle di Brenta, tra i laghi di Levico e Caldonazzo. Tali tipi occorrono nelle terremare italiane') ed a Peschiera.

1) KELLER-LEE, The lake Dwellings of Swidzerland and other parts of Europa, Londra, 1878, vol. II, tav. III, 26 e XXIX, 20.

2) RABUT, Habitations lacustres de la Savoje, Chambéry, 1864, tav. XIII, 3. 3) GASTALDI, Oggetti di remota antichità rinvenuti in Italia, tav. VIII, 15. 4) GASTALDI, Nuovi cenni, tav. II, 6; KELLER, Die Pfahlb., V Ber., tav. III, 16. 5) KELLER, op. cit., V Ber., tav. III, 13. Vedi inoltre due paalstab eguali ai Archivio storico per Trieste, l'Istria e il Trentino

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