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LEZIONE CVII.

L'Angelo dischiude il sepolcro. Angeli annunziano Gesù risorto alle pie donne, e queste ai discepoli. Pietro e Giovanni venuti al monumento, si accertano che il Signore non vi è.

LUCAE, XXIV.

aromata:

MATTHAEI, XXVIII.

IOANNIS, XX.

MARCI, XVI.

1. Una autem sabbati 1. Vespere autem sab-| 1. Una autem sabbati, 1. Et cum transisset valde diluculo venerunt bati, quae lucescit in Maria Magdalene venit sabbatum, Maria Magad monumentum, por-prima sabbati, venit Ma- mane, cum adhuc tene-dalene, et Maria Iacobi, tantes quae paraverant ria Magdalene, et alte- brae essent, ad monu-et Salome emerunt arora Maria, videre sepul- mentum et vidit lapi-mata, ut venientes un2. Et invenerunt la-crum. dem sublatum a monu-gerent Iesum. pidem revolutum a mo- 2. Et ecce terraemotus mento. 2. Et valde mane una factus est magnus. An- 2. Cucurrit ergo, et sabbatorum veniunt ad 3 Et ingressae non gelus enim Domini de- venit ad Simonem Pe-monumentum, orto iam invenerunt corpus Do-scendit de coelo, et ac- trum, et ad alium disci- sole.

numento.

mini Iesu.

4. Et factum est, dum

mente consternatae es

sent de isto, ecce duo viri steterunt secus illas in veste fulgenti.

5. Cum timerent autem,

nix.

:

cedens revolvit lapidem, pulum, quem amabat 3. Et dicebant ad inet sedebat super eum. Iesus, et dicit illis vicem: Quis revolvet 3. Erat autem aspectus Tulerunt Dominum de nobis lapidem ab ostio eius sicut fulgur: Et monumento, et nesci-monumenti? vestimentum eius sicut mus ubi posuerunt eum. 4. Et respicientes vi3. Exiit ergo Petrus,derunt revolutum lapiet declinarent vultum in eius exterriti sunt cu-venerunt ad monumen- gnus valde. 4. Prae timore autem et ille alius discipulus et dem. Erat quippe materram, dixerunt ad il-stodes, et facti sunt velas: Quid quaeritis vi-lut mortui. ventem cum mortuis? 5. Respondens autem 6. Non est hic, sed Angelus dixit mulierisurrexit recordamini bus: Nolite timere vos: qualiter locutus est vo- scio enim, quod Iesum, bis, cum adhuc in Ga-qui crucifixus est, quaelilaca esset,

ritis:

6. Non est hic: sur

7. Dicens: Quia oportet Filium hominis tradi rexit enim, sicut dixit. in manus hominum pec- Venite, et videte locum, catorum, et crucifigi, et ubi positus erat Domidie tertia resurgere.

8. Et recordatae sunt verborum eius.

nus.

tum.

5. Et introeuntes in 4. Currebant autem monumentum viderunt sedentem in duo simul, et ille alius iuvenem citius Petro, et venit candida, et obstupuediscipulus preacucurrit dextris, coopertum stola primus ad monumen

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runt.

6. Qui dicit illis: Nolite expavescere: Iesum quaeritis Nazarenum crucifixum surrexit, non est hic: ecce locus, ubi posuerunt eum.

7. Sed ite, dicite discipulis eius, et Petro, quia praecedit vos in Galilaeam: ibi eum videbitis, sicut dixit vo

6. Venit ergo Simon 7. Et cito euntes, di- Petrus sequens eum, et cite discipulis eius: Quia introivit in monumen9 Et regressae a mo- surrexit, et ecce prae- tum, et vidit linteamina numento nuntiaverunt cedet vos in Galilaeam, posita. haec omnia illis unde- ibi eum videbitis; ecce 7. Et sudarium, quod bis. cim, et ceteris omnibus. praedixi vobis. fuerat super caput eius, 8. At illae exeuntes 10. Erat autem Maria 8. Et exierunt cito de non cum linteaminibus fugerunt de monumenMagdalene, et Ioanna, monumento cum timore, positum, sed separatim to: invaserat enim eas et Maria Iacobi, et cete-let gaudio magno, cur- involutum in unum lo- tremor, et pavor; et nerae, quae cum eis erant, rentes nuntiare discipu- cum. mini quidquam dixequae dicebant ad Apo- lis eius. 8. Tunc ergo introi- runt: timebant enim. vit et ille discipulus,|

stolos haec.

11. Et visa sunt ante gens cucurrit ad monu-qui venerat primus ad oportebat eum a morillos, sicut deliramen- mentum: et procumbens monumentum: et vidit, tuis resurgere. tum, verba ista: et non vidit linteamina sola po- et credidit: 10. Abierunt ergo itesita, et abiit, secum mi- 9. Nondum enim scie- rum discipuli ad seme12. Petrus autem sur-Trans quod factum fuerat. Ibant Scripturam, quia tipsos.

crediderunt illis.

Quel

I. uel giorno limpidissimo, che rifulse sopra il primo Adamo innocente, si era ed ahi! troppo presto! offuscato per comune sventura in una doppia notte: quella cioè del peccato, e quella della morte, che del peccato stesso fu pena. Di quì la notte, che sopra l'Adamo novello si era abbuiata nella sua Passione, fu anch'essa doppia, perchè se ne oscurò al di fuori il suo divino candore per la sembianza del peccato, onde apparve coperto, e perchè in pena di questo, quantunque non suo, soggiacque alla morte; e forse per questo, come pensò Agostino', ei volle rimanere due notti nel sepolcro. Ma viva Dio! quella doppia notte si rischiarò repente in un giorno fulgidissimo, ed anch'esso doppio, quando Gesù, uscendo redivivo per propria virtù dalla tomba, vero Lucifer matutinus illuxit, fugando dagli uomini le tenebre del peccato colla sua grazia, e le tenebre della morte col pegno, che ci diede, e col modello, che in se stesso ci offerse del nostro futuro risorgimento. Tant' è! la risurrezione di Cristo è risurrezione nostra; e benchè egli come capo restasse solo nel sepolcro quanto bastasse ad accertarne la verità della morte, laddove noi come membra vi dovremo rimanere assai più lungamente; tuttavolta noi pure, se saremo suoi amici, ne usciremo pieni di vita, di agilità e di chiarezza, riavendo questa povera corruttibile nostra carne conformata alla chiarità della sua: Corpus humilitatis nostrae configuratum corpori claritatis suae3.

Di questa lietissima conchiusione dei quattro Evangeli, dalla quale ci è molto bene simboleggiata la non meno lieta conchiusione della vita cristiana, che allo stesso modo si trasformerà dalla caligine del mondo e dalle tenebre del sepolcro alla chiarità della gloria, io in quattro Lezioni vi esporrò quanto negli ultimi cinque Capi di quelli (uno per ciascuno dei tre primi, e due per l'ultimo) si contiene. E tutto si riferisce alla notizia avuta del seguito risorgimento, la quale sarà il soggetto della odierna Lezione, ed alla storia delle nove Apparizioni, onde quella fu confermata, che il ci fornirà per le tre altre. E poi

chè quei Capi sono molto brevi, e, tranne un primo intoppo, che spero vinceremo leggermente, tutto vi è assai piano, queste quattro ultime potranno essere alquanto meno prolisse delle altre, come appunto fa la sacra liturgia, che reca nei riti pasquali una singolare speditezza; acciocchè i fedeli, meno occupati in quelli, possano a migliore loro agio deliziarsi nella contemplazione gaudiosa di così lieti misteri. Quantunque di questa brevità vi dico bensì che ne ho fatto il proposito, ma non vi prometto che sono per mantenerlo, potendo avvenire che la soavità medesima del soggetto mi faccia in alcuna delle quattro, non certo in questa, tornare alle nostre consuete dimensioni.

Facciamo dunque di aprire il cuore, miei Dilettissimi, ad una santa gioia pel risorto Signore. Oggimai non avremo più a fare con Farisei protervi, con magistrati codardi, con turbe furibonde, con manigoldi spietati: se codesti brutti ceffi oseranno una volta, in quest'ultima parte della storia evangelica, fare capolino, ciò non sarà, che per fare ridere di loro nel resto noi non c'intratterremo, che di pietose donne, di fervidi discepoli, di santi angeli, e soprattutto di Gesù risorto, che rallegra la terra ed il cielo delle ineffabili allegrezze sue.

II. Dopo le tante predizioni fatte da Gesù, che egli, poi che fosse stato ucciso, sarebbe risorto il terzo giorno, parea naturalissimo, che i suoi cari, seguitane la morte, dovessero aspettarsi con somma sicurezza a quel grande avvenimento. Pure non ne fu nulla: la cosa giunse loro nuovissima, inaspettata, non vi fu uno che se ne ricordasse, o certo ne facesse una qualsiasi lievissima menzione; tanto che nell' apprendere quel grande avvenimento, lo stupore ne fu in loro uguale al sommo gaudio che ne presero. Ma nel riferire la notizia, che ne ebbero prima le pietose donne da angeli, e poscia da quelle i discepoli, gli Evangelisti hanno tra loro una grande varietà nelle circostanze di tempo, di persone, di parole che l' accompagnarono; e di qui ci sorge quell'intoppo, che io vi diceva testè, ed il quale, non curato gran fatto dai SS. Padri, è stato campo d'infinite disputazioni tra gl'Interpreti. Ora noi paghi alla sustanza dei fatti, che in tutti e quattro è identica, quanto alle circostanze, onde quelli furono circondati, ci contenteremo di comporle in una

maniera plausibile, senza troppo affannarci di rimuoverne tutte le piccole incertezze, che per avventura vi potessero rimanere. E fate di bene intendere la cagione di quelle apparenti antilogie. Ella fu cosa naturalissima che in quel subito stupore per la grande novella, in quell' andare correndo al sepolcro e tornarne, in quel riferire le cose viste ed udite tra i discepoli e le donue, molte altre circostanze vi dovessero essere, le quali, tralasciate dai narratori, sono causa della incertezza, onde al presente sembra ravvolta la narrazione. Io nel comporvi questi testi mi atterrò alla consueta nostra guida del Patrizi, salvo un punto solo, nel quale mi è paruto dovermene dilungare, ed oltre a ciò, proponendo egli di questo emistichio di S. Matteo: Vespere autem sabbati, quae lucescit in prima sabbati due intelligenze, una a tenore del testo latino, l'altra del greco, noi staremo a questa seconda, la quale ci agevola di assai la concordanza dei testi. L' dunque, che il latino voltò per vespere, per noi, cogli esempii che se ne hanno anche da autori profani, varrà molto dopo; e così la sentenza di quell'emistichio sarà: Passato dimollo il Sabbato, e schiarendosi il primo giorno della settimana. E poi evidente che nominandosi ivi due volte il Sabbato, la prima significa il giorno settimo, la seconda vale, per idiotismo ebraico, la settimana stessa. Dopo queste avvertenze, potremo entrare nella narrazione, e procedervi abbastanza spediti, cominciando da Marco, che nel primo verso del suo Capo XVI ci ragguaglia di una circostanza tralasciata dagli altri, ma tosto si accoppia agli altri nella narrazione comune.

<< Passato dunque il Sabbato » (e vuol dire giunta la sera di quel giorno), « Maria Maddalena e Maria, madre di Giacomo, << e Salome comperarono aromi per venire ad ungere Gesù. » A loro non sarà paruto sufficiente ciò, che intorno a quella sacrosanta spoglia il dì innanzi da Giuseppe d'Arimatea e da Nicodemo si era fatto. Ma come apparvero i primi albori del dì seguente, cioè della Domenica: Matteo lo esprime nel modo, che dissi dianzi, così: « Molto dopo >> (è l'o, il vespere del latino) << il Sabbato, schiarendosi il primo giorno della settimana» (una Sabbati"); Marco ha valde mane una Sabbatorum, Luca diluculo, Giovanni mane cum adhuc tenebrae essent; allora, dico, le tre donne si avviarono a visitare il sepolcro, portando seco gli aromi, « che avevano apparecchiati la sera innanzi.

Secondo che io penso, in questo punto dovette seguire il risorgimento del Signore, parendomi ciò indicato dall' et ecce, onde S. Matteo passa da quella mossa delle donne all' avere l'angelo rivoltata la pietra dall'entrata del sepolcro, non certo per aprirne il passo a chi ne usciva; ma sì piuttosto perchè a tutti fosse cospicuo ch' ei n' era uscito. Ciò dovea essere avvenuto alcuni istanti dopo, che l'anima santissima di Gesù, tornando ad informare quelle benedette membra, dalle quali appena forse trentaquattro ore innanzi erasi separata, egli, con tutta intera la sua umana natura, uscì dal chiuso avello come raggio di sole, che passa per terso cristallo; e questo non per la dote della sottigliezza, comune ai corpi gloriosi, ma per la propria virtù della divinità, secondo che, esaminando questo punto, insegna S. Tommaso. Di tutto ciò gli Evangeli non hanno nulla; ma per ora si restringono a riferire i segni, onde fu fatto palese un avvenimento, il quale senza di quelli, sarebbe restato agli uomini affatto ignoto. Gesù non fu visto da nessuno uscire redivivo dal sepolcro; e se gli artisti talora cel mostrano così, colla giunta delle guardie esterrefatte e sgominate a quell' aspetto, ciò essi fanno rappresentandoci, secondo le leggi del verosimile, la cosa come avrebbe dovuto essere, se fosse avvenuta a quella maniera, non come realmente fu. Della risurrezione già seguìta pria di tutto si ebbero dei segni, degli annunzii; e poscia il Signore stesso si mostrò a varii ed in varie maniere come udirete. Il primo di quei segni ci è riferito da Matteo, il quale, detto delle donne, che al primo rompere dell'alba moveano verso il sepolcro, sèguita così: « Ed ecco « che un grande tremuoto seguì; chè l'angelo del Signore di<< scese di cielo, e rivoltata la pietra» (intendi che chiudera il monumento), « si assise sopra di quella. Era poi la sua sem<< bianza siccome folgore, ed il suo vestimento siccome neve;

e dalla paura esterrefatti i custodi, ne tramortirono. » Essendosi il sepolcro trovato dai sopravvenuti affatto solitario, senza i custodi e senza il custodito, anzi a prima giunta senza neppure l'angelo, che dovette tosto sparire, per poscia mostrarsi ad altri in ben altra sembianza, noi siamo certificati, che i custodi riavutisi appena da quel sùbito smarrimento, si dovettero ritrarre di colà, ma non corsero tosto nella città. Come avremo da chiaro indizio, essi dovettero rimanere colassù in disparte,

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